The Bourne Legacy
Una mini recensione dell’ultimo film di Bourne…
Prima di questo film avevo visto solo “The Bourne Ultimatum”. Al cinema. Mi era piaciuto abbastanza, anche se avevo trovato piuttosto ovvia la storia dell’agente che aveva dimenticato di aver scelto volontariamente di sottoporsi ad un programma da “supersoldato”… Comunque mi era piaciuto, anche se a memoria mi pare avesse un taglio fin troppo “videoclip” nella scansione di montaggio, magari per ovviare al fatto che il buon Matt Damon era un po’ più “abbondante” del solito.
Fiato corto?
The Bourne Legacy, non so perché, mi ha fatto simpatia già dal trailer. Sarà che mi sto abituando alla faccia di Jeremy “Occhio di Falco” Renner che, dopo aver preso parte a due franchise mondiali come “Mission: Impossible” e “The Avengers”, sembra inarrestabile.
Anche se sbagliasse un film ha almeno 2 franchise in cui rifugiarsi…
Il film è un’estensione dell’universo Bourne, senza Jason Bourne. Accade che dopo che il titolare della serie, con la sua fuga, ha messo a rischio tutta l’operazione di creazione di “super agenti”, l’intelligence militare decide di chiudere baracca e burattini eliminando tutte le persone coinvolte, scienziati o agenti che siano. A capo di questa intelligence c’è niente di meno che Edward “Hulk 2” Norton in versione “sale e pepe”.
«Non vuoi vedermi arrabbiato».
Jeremy Renner interpreta Aaron Cross, un agente sottoposto a trattamento, sopravvissuto al tentativo di terminazione, che salva l’unica scienziata ancora in vita (casualmente quella “cessa” della Rachel Weisz) affinché l’aiuti a risolvere la sua dipendenza dai farmaci che lo rendono capitan America un super agente. Molto sinteticamente questa è la trama.
La Cess… seeee, vabbé… la “topa” di laboratorio…
Certo che è incredibile quanto siamo affascinati dall’idea di un essere umano che sviluppa, in un modo o nell’altro, delle capacità sovrumane. C’è questo intimo desiderio di ognuno di identificarsi con qualcosa di superiore, una sorta di semidio. Forse è anche per questo che i supereroi (che sono un’estremizzazione del concetto) al momento sono il filone cinematografico più redditizio.
Ma tornando a The Bourne Legacy, personalmente penso che il risultato sia meritevole. Il film mi è piaciuto. Ha ritmo, buona recitazione, una regia funzionale, ottime scene d’azione e riesce a coinvolgere quel tanto che basta da farti chiedere un seguito che (malgrado gli incassi inferiori al previsto) dovrebbe già essere stato messo in programma dalla Universal.
Non ho visto particolari buchi di sceneggiatura, ma questo è più facile che accada quando i film sono tratti da romanzi scritti da buoni autori, e pare che questo sia il caso.
Matt Damon, protagonista dei primi tre film, ha già detto di essere disponibile a riprendere il suo ruolo in film futuri, purché il regista torni ad essere Paul Greengrass, che però al momento non ne vuole più sapere; infatti la regia del film con Jeremy Renner è stata data a Tony Gilroy, già sceneggiatore dei capitoli precedenti.
Chissà, magari nel prossimo futuro potremo vedere i due agenti nello stesso film. Certo, un ritorno di Matt Damon darebbe una nuova spinta al franchise. Ad ogni modo è grazie all’ultimo film che mi è venuta voglia di guardare gli episodi precedenti ripartendo dal principio. Quindi grazie Jeremy, e speriamo di rivederti presto.
Ué, non penserai mica di tornare sul serio?
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