SHERLOCK FOREVER
La miglior serie televisiva del decennio, nonostante qualsiasi cosa possa venirvi in mente.
Ok, non è esattamente il post più obiettivo che potrei scrivere ma, se mi metto a discutere su uno dei miei personaggi preferiti, su cui hanno fatto una fiction televisiva che è entrata nella mia top 3, è pacifico che l’obiettività perda qualche colpo.
Un fotogramma tratto dalla riunione tra Sherlock e Watson, uno dei momenti più esilaranti della stagione.
Al di là di tutto, la serie creata da Moffat e Gatiss, è davvero una delle cose migliori che siano approdate sul piccolo schermo. Stiamo parlando di una trasposizione moderna di Sherlock Holmes, liberamente ispirata al canone scritto da Sir Arthur Conan Doyle un secolo fa, prodotta con una qualità di scrittura, recitazione, regia, fotografia e montaggio semplicemente… oltre… infatti, per garantire un livello qualitativo così alto, ogni stagione si compone di soli 3 (tre) episodi, della durata di 90 minuti e con una cadenza irregolare (tra la seconda e la terza stagione sono passati due anni). Ad ogni modo, per chi non sapesse di cosa si tratta, ne ho parlato qui.
Una “foto di famiglia” del cast principale: da sinistra Louise Brealey (Molly Hooper, anatomo-patologa), Amanda Abbington (Mary Morstan, novella sposa di Watson), Martin Freeman (John Hamish Watson, chirurgo militare a riposo), Benedict Cumberbatch (Sherlock Holmes, sociopatico ad alta funzionalità e consulente investigativo), Rupert Graves (Greg Lestrade, ispettore di Scotland Yard), Una Stubbs (Mrs. Hudson, padrona di casa al 221B di Baker Street).
Sherlock ha concluso la terza stagione e ha forse sollevato più interrogativi di quanti ne abbia risolti. Molti sono rimasti insoddisfatti dalla spiegazione/non spiegazione del modo in cui Sherlock è sopravvissuto alla caduta, alla fine della seconda stagione. Altri hanno lamentato un eccesso di humor e toni da commedia sia nel primo che nel secondo episodio. Altri ancora sono rimasti delusi dalla scelta fatta da Sherlock alla fine del terzo episodio. Non voglio fare il fan sfegatato a cui va bene tutto, ma:
- • mi sta bene che la spiegazione della caduta (almeno per il momento) sia stata affrontata in quel modo;
- • ho gradito largamente lo humor;
- • il comportamento di Sherlock, alla fine del terzo episodio, l’ho trovato perfettamente in linea con il personaggio.
Non volendo spoilerare nulla (in questa prima parte del post) è chiaro che quanto scrivo possa essere un po’ oscuro per chi non ha seguito la serie.
Ad ogni modo, questa stagione ci ha regalato interpretazioni eccezionali (di tutto il cast, ma dei due protagonisti in particolare), un approfondimento magistrale dei processi logici e psicologici di Sherlock Holmes (con l’espediente del “mind palace” siamo entrati nella psiche del personaggio), momenti veramente esilaranti (sia nel primo che nel secondo episodio) e un villain memorabile (il Charles Augustus Magnussen interpretato da un incredibile Lars Mikkelsen).
Charles Augustus Magnussen (Lars Mikkelsen), di tutti i criminali è quello che Sherlock Holmes trova più rivoltante.
Come al solito, Moffat e Gatiss hanno preso elementi e personaggi dai libri di Conan Doyle e li hanno ricontestualizzati (quando non completamente trasformati), ma sempre con rispetto e arguzia: se siete lettori dell’opera originale apprezzerete le numerose strizzate d’occhio e i riferimenti al canone.
Sherlock è una serie fatta per un pubblico attento ed esigente, su questo non ci piove. È necessario porre attenzione ad ogni particolare, sia visivo che nei dialoghi, per poter apprezzare e capire bene lo sviluppo narrativo. Molti dettagli sono percepibili ad una seconda (o terza) visione. Inoltre è auspicabile guardare il tutto in lingua originale: la versione doppiata in italiano non rende giustizia all’interpretazione degli attori.
A questo proposito, dopo la vergognosa edizione italiana del DVD della prima stagione (priva di sottotitoli in italiano per la versione inglese e priva di qualunque extra), non si vede l’ombra di alcun DVD per la seconda stagione (figuriamoci per la terza). Il consiglio è quello di acquistare il cofanetto delle tre stagioni in inglese e guardarselo con i sottotitoli (purtroppo solo in inglese).
Per quel che riguarda invece la quarta stagione, dalle ultime dichiarazioni degli autori, pare che ci sarà da attendere di nuovo ben più di un anno per poter dire “The game is on”…
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A questo punto, qualche considerazione ricca di SPOILER… siete avvertiti.
Ci sono sicuramente alcuni aspetti che, a livello di plausibilità, hanno fatto storcere il naso a molti. Primo fra tutti la spiegazione del come Sherlock è sopravvissuto alla caduta dopo il suo confronto con Moriarty. La mia impressione è che ci siano ancora degli aspetti che siano stati volutamente taciuti o lasciati in ombra perché funzionali ad uno sviluppo futuro (quarta stagione). Legato a questo aspetto abbiamo il “ritorno” (visivo per ora) di Moriarty alla fine della terza stagione. C’è da dire che non si è mai parlato del cadavere di Moriarty, tanto che Anderson, in una delle sue fantasiose ricostruzioni, ipotizza che sia stato utilizzato per simulare il cadavere di Sherlock. Ad ogni modo non credo che il Napoleone del crimine sia vivo, quanto piuttosto che si tratti di un piano messo in moto dopo la sua morte o dell’intervento del fratello (personaggio esistente nel canone holmesiano). Tutto questo potrebbe trovare sfogo nella messa inscena del materiale narrativo presente ne “La Valle Della Paura”, romanzo di Conan Doyle non ancora messo in scena all’interno della serie.
Miss me? Il Moriarty di Andrew Scott ci trolla…
Circa la scelta di Sherlock di uccidere Magnussen, come accennato prima, mi è sembrato in linea con il personaggio: non un eroe ma un sociopatico ad alta funzionalità che, escluse le opzioni impossibili, sceglie quella che, per quanto improbabile o scomoda, non può che essere l’unica possibile. Infine vorrei far notare come quando Mycroft dice a Sherlock che la sua perdita gli spezzerebbe il cuore, Sherlock risponde: “What the hell am I supposed to say to you now?” Mycroft replica: “Merry Christmas”… esattamente ciò che, poco più tardi, Sherlock urla prima di premere il grilletto contro Magnussen, mentre Mycroft è testimone della scena.
Quello che sembra certo è che molti fili devono ancora essere tirati. Il soggetto della quarta stagione è già stato scritto, c’è solo da sperare che Moffat e Gatiss siano in grado di non rovinare quanto è stato messo i piedi finora. Non resta che aspettare… un paio d’anni forse…
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