Lo Hobbit, un film inaspettato…
Dopo aver atteso che la fiumana di gente e le festività scemassero (ed essere riuscito a convincere mia moglie e un amico ad accompagnarmi) sono andato al cinema a vedere “Lo Hobbit”, rigorosamente in 2D.
Perché il 3D l’avrei visto solo a 48 frame al secondo, giusto per saggiare questa nuova “meraviglia tecnologica” venduta da Peter Jackson come il futuro del Cinema, ma purtroppo non c’era un solo cinema attrezzato in tutta la regione, e di regalare soldi per farmi venire il mal di testa e il nervoso con il 3D a 24 frame non avevo proprio voglia.
Vecchio Bilbo (Ian Holm) e giovane Bilbo (Martin Freeman), scelta azzeccata sia per la somiglianza che per la bravura degli attori.
Tutto contento mi accomodo in poltrona e mi godo un’inizio che non coincide con il libro ma che ci spiega alcuni antefatti legati al popolo dei nani con quel po’ di epicità che mi aspettavo da questo film. Poi ci spostiamo tra gli hobbit. All’inizio è stato un po’ come tornare a casa, sotto la collina della Contea, con quest’atmosfera di tranquillità del vivere le cose semplici che vorresti avere anche nella vita reale. E allora vedi il vecchio Bilbo (Ian Holm), alla vigilia del suo compleanno (quello visto ne “La Compagnia dell’Anello”) che scrive le sue memorie. C’è anche una comparsata di Frodo (Elijah Wood), giusto per ricordarci che siamo nello stesso mondo del “Signore degli Anelli”. Tra le righe del diario del vecchio Bilbo veniamo trasportati nel passato e vediamo il giovane Bilbo (Martin Freeman) ricevere la visita di Gandalf, interpretato sempre dall’ottimo Ian McKellen. La voce del doppiatore invece, dopo la scomparsa di Gianni Musy, è cambiata ed è quella di Gigi Proietti che, sebbene sia un grande professionista e faccia un buon lavoro, fa un po’ rimpiangere l’originale.
Proietti è un grande e ci sta anche dentro, ma la mancanza della voce di Gianni Musy si fa sentire.
Fin qui il tutto è andato più o meno ok.
Poi sono arrivati i Nani e dopo un po’ mi è sembrato di vedere Biancaneve… e il fantasma di Walt Disney si è impossessato di Peter Jackson e lo muoveva come una marionetta… I nani mangiavano e facevano facce buffissime e poi cantavano che pareva un musical, e si tiravano il cibo e i piatti l’un l’altro. Roba che sembrava che da un momento all’altro bussasse alla porta Mary Poppins…
13 nani… Biancaneve, vatti a nascondere…
«Pensavi che ti avremmo devastato la casa e distrutto il servizio buono della nonna, eh? E invece ti abbiamo solo sfondato la dispensa…»
Non ci potevi credere e allora negavi l’evidenza, cercando di tranquillizzare i tuoi accompagnatori che, pensando alla durata del film, cominciavano ad avere facce molto preoccupate.
Per fortuna il “viaggio inaspettato” comincia e pensi che da qui in poi le cose andranno a posto. D’altronde hai letto fior di recensioni che lasciavano ben sperare in questo senso.
La dispensa è vuota quindi, per non morire di fame, Bilbo decide di seguire i nani che, a quanto pare, sono bravissimi a trovare pasti gratuiti.
Allora segui la vicenda con fiducia e vedi la rimpatriata di Elrond, Galadriel e Saruman a Gran Burrone. Una delle tante cose assenti nel libro ma che Jackson ha inserito affidandosi alle appendici del Signore degli Anelli. Motivo? Espandere la visione dello Hobbit (3 film…), riportare alcuni attori presenti nella vecchia trilogia (così si aumenta l’audience) e raccontare eventi che altrimenti non avrebbero avuto modo di essere portati sullo schermo. E su questo siamo tutti contenti (almeno quelli malati di Fantasy come me).
Nei prossimi film arriva anche Legolas, ma non si sa mai che una mezza comparsata di Aragorn arrivi.
Poi arriva la cattura della compagnia da parte dei goblin, e i nani e l’hobbit fanno dei voli di 500 metri sbattendo amabilmente su pareti di roccia (senza ammaccarsi neanche un po’) per finire tra le grinfie del Re dei Goblin… e il fantasma di Walt Disney (ma forse anche il poltergeist di Steven Spielberg) si impossessa nuovamente di Jackson… e il Re dei Goblin ti gigioneggia in una maniera incomprensibile, prima mettendosi a cantare e poi offrendo la pancia a Gandalf per farsi squartare, non prima di aver fatto un’ultima fantastica battuta…
Inquietanti presenze durante la lavorazione del film.
Le facce dei miei accompagnatori assumono le fattezze del granito, quello con venature incredule tendenti al WTF.
Comunque non era male la scena degli indovinelli nell’oscurità tra Bilbo e Gollum anche se quest’ultimo ripete cinquecento volte “tesssssoro”.
«Cos’ho in tasca?» chiese Peter Jackson… «un miliardo di dollari?» rispose Gollum…
Da qua in poi l’azione non manca e Walt Disney un po’ s’allontana, anche se c’è una serie di cliffhanger veramente esagerata, tipo alberi sradicati (con gente appesa sopra) che fanno il big domino rally fino ad un dirupo, e scene di salvataggio precario all’ultimo milionesimo di secondo utile… e qui forse il poltergeist di Spielberg c’entra qualcosa.
Insomma, non posso dire che il film mi sia spiaciuto. Visivamente è bello da vedere, soprattutto per chi ama questo genere, ma… qualcosa non torna.
Bilbo e l’incasso del film…
È chiaro che il libro da cui è tratto, pur essendo ambientato nella Terra di Mezzo, col Signore degli Anelli c’azzecca poco, almeno per quel che riguarda il pathos e la maturità della narrazione. Perché Lo Hobbit è sostanzialmente una favola per bambini, nella quale le ragioni per cui i personaggi agiscono possono essere pretestuose e non così approfondite. Il tono è più leggero e giustamente fiabesco. Il Signore degli Anelli è tutto un altro animale e legare le due opere non è così semplice.
L’unico personaggio che ha un vero carisma è quello di Thorin, Principe dei Nani (Richard Armitage), che raccoglie idealmente il ruolo che nel Signore degli Anelli era stato di Aragorn.
Peter Jackson ha cercato di infondere nel film almeno parte dell’epicità della trilogia precedente ma, cercando di non alienarsi troppo il pubblico dei lettori, non ha potuto stravolgere quello che era lo spirito originario della narrazione. Penso che abbia comunque fatto un lavoro eccezionale, perché il cast è fantastico e il comparto visivo è molto buono, ma quel che ne è venuto fuori non mi sembra pienamente convincente. Ovviamente dico questo avendo presente la trilogia filmica de Il Signore degli Anelli, da cui però non posso prescindere.
Poi, sicuramente, il 3D a 48 fps farà dimenticare parecchie cose, ma il cinema è fatto per narrare storie e questa trovo che sia narrata meno bene di quanto mi aspettassi.
Ad ogni modo, da bravo nerd, sto già aspettando il secondo capitolo 😉
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