DREDD
Un film che è stato un flop, che in Italia non è stato distribuito e che neanche una buona vendita del DVD ha potuto salvare dal disastro.
«Qui la Legge sono io!» recitava Sylvester Stallone nella prima trasposizione filmica di Judge Dredd, fumetto futurista e iperviolento pubblicato per la prima volta nel 1977 sulle pagine della rivista “2000 AD”.
Una copertina di 2000 A.D. del 1977 in cui compare Judge Dredd
Io non ho mai seguito le vicende fumettistiche del giudice, anche perché da noi in Italia non è che sia stato pubblicato così tanto. In compenso l’ho conosciuto grazie ad alcuni team-up con altri eroi di altre case editrici; ad esempio ricordo molto bene due o tre albi in cui si incontrava/scontrava con Batman. Ed era una gioia per gli occhi perché ai pennelli del primo albo, ad esempio, c’era un certo Simon Bisley.
Scambio di opinioni tra Batman e Dredd nel team-up disegnato da Bisley.
Ad ogni modo, tornando al mondo cinematografico, molti guardano al film dello stallone italiano con un certo affetto, nonostante un certo fare cartoonistico nella sua realizzazione (o forse proprio per quello). Il Dredd 3D di cui parliamo oggi invece è il film con Karl “Eomer” Urban, prodotto (come il fumetto) in Gran Bretagna e distribuito nella maggior parte del mondo nel 2012.
Dredd a confronto: a sinistra Stallone, a destra Urban e in centro l’originale cartaceo. Stallone ha una conchiglia oversize, urban invece ha il casco oversize…
La storia, per quelli che non lo sanno, è ambientata nel solito futuro decadente, iper-affollato e iper-violento, in una città dalle dimensioni spropositate chiamata Mega City 1. Questa città conta da sola qualcosa come 600 milioni di persone, ed è costituita da mega grattacieli che ospitano praticamente una cittadina odierna. Cemento a perdita d’occhio e criminalità a palla. Per arginare la delinquenza è stato quindi istituito un ordine di polizia che ha l’autorità di agire come giudice, giuria e boia; per cui se l’agente (chiamato proprio giudice) decide che il crimine che hai commesso ha come pena la morte, è autorizzato a freddarti sul posto. Questa è la premessa.
Per chi non si ricordasse la faccia di Carl Urban
La sceneggiatura del film gira attorno allo spaccio di una nuova droga chiamata Slo-Mo, uno stupefacente che, dopo che l’hai preso, vedi tutto al rallentatore (roba che neanche se usi una videocamera Phantom o post-produci con Twixtor). Il racket è gestito da una malvivente di nome Ma-Ma (interpretata da Lena “Cersei” Headey), ex prostituta sfregiata, crudele, sadica e cattivissima, che per dare un esempio a quelli che vengono a spacciare nel suo cortile fa scorticare 3 pusher concorrenti e gli fa fare un volo di un chilometro dai piani alti del grattacielo, ma non prima di averli imbottiti di Slo-Mo, così che per loro il viaggio sia lunghiiiiiiissssssiiiiiiiiimmmmmoooooo.
Lena Headey, qui nei panni di Cersei Lannister (Game of Thrones)
Al comando generale dei giudici non la prendono bene e mandano Dredd, accompagnato da una certa Anderson (interpretata da Olivia Thirlby), una recluta al suo primo giorno sul campo che viene affidata alla valutazione di Dredd. Anderson è una mutante in grado di leggere il pensiero, una rarità sulla quale il comando dei Giudici vuole scommettere.
Olivia Thirlby interpreta Anderson.
Questo è il quadro generale, ora parliamo di com’è il film: non è malaccio, è anche abbastanza fedele al fumetto, e Dredd (come sottolineato dalla produzione e da “Carlo Urbano”) non toglie mai il casco dalla testa, ma… il problema è che non c’è pathos o vero coinvolgimento. C’è un mucchio di sangue, scene di violenza pesante, ma alla fine tu sei lì sulla poltrona e il film scorre via senza dirti niente di che. Sarà che di futuri neri e distopici ne cominci ad avere le tasche piene, anche perché ogni tanto ti sembra pure di viverci già dentro. Sarà che con questa Slo-Mo ci fanno vedere al rallentatore delle scene che sembrano eterne e noiosissime, e ti rendi conto che più che altro stanno lì per esaltare il treddì… ma registicamente funzionano mediamente male. Certo, Karl Urban nella parte monocorde di Dredd non se la cava male e Lena Headey dimostra ancora una volta che la parte da “stronza” irrecuperabile le viene abbastanza naturale. Però alla fine questo non basta a fare un film di cui, forse, non c’era poi così bisogno. Ad ogni modo la sufficienza potrebbe anche portarsela a casa.
Il DVD di Dredd.
Dovremmo però aggiungere che il film è stato diretto da Pete Travis, un regista con alle spalle più che altro produzioni per la TV, che sarebbe stato estromesso dalla sala di montaggio e dalle riprese aggiuntive: pare che lo sceneggiatore/produttore Alex Garland e il resto della produzione avessero una visione diversa. C’è da chiedersi se il final cut di Travis avrebbe potuto essere migliore…
Di sicuro, le speranze per creare un franchise sembrano proprio state ridimensionate, almeno per un po’.
Dredd e Ma-Ma visti attraverso la mia penna su Moleskine, giusto per tenermi in allenamento…
Sai che c’è, però? Guardando il film sotto un’altra ottica (anche divertente) ti pare quasi che Dredd diventi il palcoscenico per una resa dei conti tra Il Signore Degli Anelli e Games Of Thrones: Eomer/Dredd vendica la decapitazione di Eddard Stark/Boromir facendo fuori Cersei/Ma-Ma. Che Eddard Stark ti stava simpatico, nonostante avesse fatto tante e tali cazzate da meritarsi la sconfitta, mentre Cersei ti stava proprio sul culo. Bravo “Eomer”, quindi. Adesso attendiamo un film in cui il principe Joffrey viene decapitato da Frodo.
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